Si è tenuto l’11 Maggio 2019 presso la sede operativa “Sinergie” del Gruppo Speleologico Ruvese a Ruvo di Puglia il Corso di II Livello intitolato “Alla scoperta del buio”.
Questo corso ha voluto avvicinare il mondo speleologico alle persone con disabilità, nello specifico con disabilità visiva. Ma per fare ciò è necessario avvicinare noi speleologi al mondo dei ciechi.
In realtà si tratta dello stesso mondo, la differenza è unicamente nel modo in cui esso viene percepito.
Molto spesso durante i corsi di primo livello si esegue la “prova del buio”, restando alcuni minuti con le lampade spente e in silenzio. Lo facciamo per assaporare per un attimo la grotta nella sua condizione naturale e questo ci è sufficiente per capire quanto sia difficoltoso muoversi in condizione di buio assoluto. Per motivi di sicurezza scegliamo un posto comodo e restiamo immobili, seduti o poggiati alla parete. Ma ci sono persone per le quali quella è la cosiddetta “normalità”.
Il corso, organizzato dalla Scuola di Speleologia del Gruppo Speleologico Ruvese, è stato condotto dalla Dott.ssa Francesca Licordari, Funzionario archeologo presso la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Frosinone, Latina e Rieti ed Esperta nelle didattiche per disabilità visiva, e dal Dott. Giammario Mascolo – Psicoterapeuta e Tiflologo, che ci hanno introdotti e accompagnati con un percorso chiaro e lineare, partendo da elementi teorici fino ad arrivare alle tecniche pratiche.
Il corso si inserisce in un progetto più ampio, che ha origine dalle esperienze dei due docenti con le visite svolte alla Grotta dell’Arco a Bellegra (Roma), a quelle dell’Ovito e di Beatrice Cenci nei Monti Carseolani in Abruzzo e la cui prima edizione è stata svolta nel maggio del 2018, a cura del gruppo Shaka Zulu Club di Subiaco (Roma).
A tal proposito è stato pubblicato sulla rivista “Speleologia del Lazio” n.9 Dicembre 2018, contenente gli Atti del VII Convegno della Federazione Speleologica del Lazio, l’articolo “Alla scoperta del buio: l’esplorazione della grotta per il disabile visivo” redatto da Francesca Licordari e Giammario Mascolo (http://www.speleo.lazio.it).
Un’estrema sintesi di questa intensa giornata ricca di nozioni, sensazioni ed emozioni può essere data da questi numeri: 26 partecipanti tra cui una persona non-speleo, 6 gruppi speleologici di cui uno di fuori regione (Calabria), 3 ore di lezione in aula e 3 ore di simulazione pratica di cui 1:30h passata interamente in grotta.
Possiamo affermare che il corso si è svolto per il meglio. L’esposizione è stata interessante, coinvolgente e partecipata. Ci sono stati momenti di dialogo e confronto con i relatori che hanno soddisfatto tutte le curiosità e i dubbi dei partecipanti, i quali hanno anche esposto le proprie esperienze personali. Il programma è stato ampio, dopo una prima introduzione sulle tipologie di disabilità visiva e sull’inquadramento normativo, si è subito passati alla discussione dei problemi relativi all’accompagnamento in grotta e alla loro soluzione ottimale. Successivamente sono stati illustrati e testati alcuni degli strumenti utilizzati per produrre materiale fruibile dai ciechi, come la tavoletta per scrivere in Braille e i fogli per i disegni in rilievo sul piano in gomma.
A questo punto si passa dalle parole ai fatti. La sede si è rivelata essere un perfetto campo di prova per la parte di insegnamento pratico delle tecniche di accompagnamento. Abbiamo scorazzato per la sede completamente bendati, dalla saletta fino al terrazzino, su e giù per le scale fino all’atrio.
Dopo una breve pausa pranzo, ci siamo diretti alla Grotta del Trullo di Putignano, gestita dal Gruppo Ricerche Carsiche Putignano, dove abbiamo subito svolto una prima esperienza tattile. Gli allievi, bendati, hanno toccato diversi tipi di rocce cercando di riconoscerle e descrivendo cosa percepivano.
Siamo quindi arrivati al momento cardine di tutto il corso: la visita alla grotta.
Sempre bendati, a partire dalla chiocciola di quattro giri.
Il percorso ad anello ha permesso una fruizione ottimale della visita. Gli allievi hanno formato delle coppie e fatto un primo giro in cui l’accompagnatore ha illustrato le peculiarità della grotta al compagno bendato. Ci si è soffermati sui punti di interesse: concrezioni particolari, differenti tipi di rocce, le micro fratture, le concrezioni rotte, le rocce bagnate, i passaggi stretti, quelli bassi, quelli artificiali. Finito il giro la persona bendata ha aperto gli occhi e guardandosi attorno ha potuto finalmente vedere tutto quello che le era stato descritto. Dopo qualche momento di stupore e meraviglia, passata la benda al compagno, si è ricominciato lo stesso percorso a ruoli invertiti, dove l’ex accompagnatore ha affrontato la grotta bendato.
Molti dei partecipanti non erano mai stati in quella grotta, quindi hanno dovuto dapprima immaginarla sulla base del racconto dell’accompagnatore, per poi associare i ricordi quando hanno potuto ammirarla. Anche per chi l’aveva già visitata è stato come esplorare una grotta nuova, in quanto la percezione degli spazi e degli oggetti è completamente differente.
Terminato anche il secondo giro i partecipanti sono tornati su per la scala a chiocciola, sempre bendati, e sono state raccolte le prime impressioni a caldo; i docenti hanno dato gli ultimi consigli derivanti dall’osservazione di quanto fatto ed hanno risposto ai nuovi quesiti.
La giornata si è conclusa con la foto di gruppo di rito e la consegna degli attestati.
Molto eloquenti sono stati i volti ed i commenti dei partecipanti e dei docenti. Per tutti è stato un successo.
I docenti hanno affermato che gli allievi sono stati tutti bravi, interessati, partecipi, non hanno avuto paura e si sono mossi in tranquillità.
Riportiamo con piacere alcuni commenti rilasciati dai partecipanti:
“Sono molto soddisfatto, è stata un’esperienza che ha arricchito più aspetti personali.”
“Il buio, il nero, l’invisibile, il profondo sono aspetti che da sempre mi affascinano; essi consentono di ampliare i miei pensieri, il mio “sentire”, di mettere incessantemente in gioco, destrutturando e ricostruendo, la mia percezione della realtà nello sforzo di comprendere quella altrui. Ho potuto esplorare, affidandomi e fidandomi dell’accompagnatore, un luogo a me sconosciuto. La sicurezza trasmessami ha fatto sì che la mia attenzione si volgesse alle innumerevoli sensazioni extra-visive , e non solo. Ogni volta, come fosse la prima, rimango basita da quanto tutto ciò che ci circondi è in “comunicazione”, basta porsi in ascolto. L’integrazione delle informazioni derivanti dalla termica, dall’olfatto, dall’atmosfera, dall’acustica, dall’esplorazione aptica degli elementi naturali (coadiuvate da una descrizione in cui la parola ha la funzione di evocare, colmare e informare) hanno fatto sì che l’esperienza percettiva si trasformasse in visione mentale. Questa esperienza mi conferma che con le giuste accortezze, metodologie e tecniche ciascun ambiente, anche una grotta, può essere non solo fruibile ed accessibile a un disabile visivo, ma ancor più può essere un’occasione di scambio profondo tra individui e materia.”
“Mi si è aperto un mondo!”
Ecco, questo era il vero obiettivo, far scoprire il mondo oltre il buio.
Alcuni dei partecipanti hanno dichiarato di essere interessati a prendere parte a eventi futuri dello stesso genere. Le nozioni apprese consentiranno di poter organizzare anche in Puglia nuovi eventi aderenti all’iniziativa “Diversamente Speleo”, rendendo le grotte fruibili nel modo più efficace per i disabili visivi.
Anche le grotte turistiche del terriorio possono contare adesso su una migliore accessibilità e coinvolgimento durante le visite dedicate a ciechi e ipovedenti.
Il corso, organizzato all’interno della Commissione Nazionale delle Scuole di Speleologia della Società Speleologica Italiana, ha validità ai fini del mantenimento dell’incarico di Istruttore per i partecipanti afferenti alla CNSS-SSI. Ha inoltre ricevuto l’approvazione dell’Aigae per il riconoscimento di crediti formativi per le guide Aigae. L’evento è stato patrocinato dalla Società Speleologica Italiana e dalla Federazione Speleologica Pugliese a cui il GSR è associato, dal gruppo Shaza Zulu Club di Subiaco (Roma) promotore del progetto e da Scintilena associazione di divulgazionie speleologica molto sensibile al tema della disabilità.
Per il successo di questo evento devo ringraziare innanzi tutto Gabriele Catoni, Francesca Licordari e Giammario Mascolo, ideatori, promotori e attori principali di questo progetto, che hanno messo a disposizione il loro tempo, le loro conoscenze e competenze. Il Gruppo Speleologico Ruvese che ha organizzato e ospitato il corso presso la propria sede, con il prezioso aiuto di Ilaria Biancolillo, Valentina Chieco, Francesco Fortunato, Vincenzo Iurilli, Alessia Lovino, Rossano Macina, Gianfranco Marinelli e Maria Serrone. Il Gruppo Ricerche Carsiche Putignano e Piero Lippolis, gestori della Grotta del Trullo di Putignano per averci concesso questa visita speciale.
Nell’ottica di sensibilizzare tutto l’ambiente speleologico e diffondere e condividere queste conoscenze ed esperienze si sta già lavorando alla prossima edizione in un’altra regione.
Giuseppe Bosso.
Gruppo Speleologico Ruvese.