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“Alla scoperta del buio”, Corso di accompagnamento per disabili visivi in grotta

A maggio scorso, la Scuola di Speleologia del Gruppo Speleologico Ruvese ha organizzato  “Alla scoperta del buio”, il corso di II livello rivolto agli speleologi impegnati nelle attività con disabili visivi, con lezione in aula e simulazione pratica in grotta. Questa attività, patrocinata anche dalla Società Speleologica Italiana, si inserisce in un progetto molto più ampio, conosciuto con il nome di ”Diversamente speleo”, che da anni si realizza con molteplici iniziative che si svolgono in tutta Italia grazie alla collaborazione tra speleologi e associazioni di disabili. Di seguito la testimonianza di Giuseppe Bosso, membro del GSR.

Questo corso ha voluto  compiere un primo passo per avvicinare ile persone con disabilità, nello specifico con disabilità visiva, al mondo speleologico. Ma per raggiungere questo obiettivo è stato necessario far avvicinare noi speleologi al mondo dei ciechi.In realtà si tratta dello stesso mondo, la differenza è unicamente nel modo in cui esso viene percepito.
Molto spesso durante i corsi di primo livello si esegue la “prova del buio”, restando alcuni minuti con le lampade spente e in silenzio. Lo facciamo per assaporare per un attimo la grotta nella sua condizione naturale e questo ci è sufficiente per capire quanto sia difficoltoso muoversi in condizione di buio assoluto. Per motivi di sicurezza scegliamo un posto comodo e restiamo immobili, seduti o poggiati alla parete. Ma ci sono persone per le quali quella è la cosiddetta “normalità”.

Il corso è stato condotto dalla Dott.ssa Francesca Licordari, Funzionario archeologo presso la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Frosinone, Latina e Rieti ed Esperta nelle didattiche per disabilità visiva, e dal Dott. Giammario Mascolo – Psicoterapeuta e Tiflologo, che ci hanno introdotti e accompagnati con un percorso chiaro e lineare, partendo da elementi teorici fino ad arrivare alle tecniche pratiche.

Un’estrema sintesi di questa intensa giornata ricca di nozioni, sensazioni ed emozioni può essere data da questi numeri: 26 partecipanti tra cui una persona non-speleo, 6 gruppi speleologici di cui uno di fuori regione (Calabria), 3 ore di lezione in aula e 3 ore di simulazione pratica di cui 1:30h passata interamente in grotta.

Il programma è stato ampio, dopo una prima introduzione sulle tipologie di disabilità visiva e sull’inquadramento normativo, si è subito passati alla discussione dei problemi relativi all’accompagnamento in grotta e alla loro soluzione ottimale. Successivamente sono stati illustrati e testati alcuni degli strumenti utilizzati per produrre materiale fruibile dai ciechi, come la tavoletta per scrivere in Braille e i fogli per i disegni in rilievo sul piano in gomma.

La nostra sede si è rivelata essere un perfetto campo di prova per la parte di insegnamento pratico delle tecniche di accompagnamento, quando l’abbiamo percorsa completamente bendati.
Dopo abbiamo svolto una prima esperienza tattile alla Grotta del Trullo di Putignano, gestita dal Gruppo Ricerche Carsiche Putignano. Gli allievi, bendati, hanno toccato diversi tipi di rocce cercando di riconoscerle e descrivendo cosa percepivano. Siamo quindi arrivati al momento cardine di tutto il corso: la visita alla grotta. Sempre bendati, a partire dalla chiocciola di quattro giri.

Il percorso ad anello ha permesso una fruizione ottimale della visita. Gli allievi hanno formato delle coppie e fatto un primo giro in cui l’accompagnatore ha illustrato le peculiarità della grotta al compagno bendato. Ci si è soffermati sui punti di interesse: concrezioni particolari, differenti tipi di rocce, le micro fratture, le concrezioni rotte, le rocce bagnate, i passaggi stretti, quelli bassi, quelli artificiali. Finito il giro la persona bendata ha aperto gli occhi e guardandosi attorno ha potuto finalmente vedere tutto quello che le era stato descritto. Dopo qualche momento di stupore e meraviglia, passata la benda al compagno, si è ricominciato lo stesso percorso a ruoli invertiti, dove l’ex accompagnatore ha affrontato la grotta bendato. Molti dei partecipanti non erano mai stati in quella grotta, quindi hanno dovuto dapprima immaginarla sulla base del racconto dell’accompagnatore, per poi associare i ricordi quando hanno potuto ammirarla. Anche per chi l’aveva già visitata è stato come esplorare una grotta nuova, in quanto la percezione degli spazi e degli oggetti è stata completamente differente.

“Mi si è aperto un mondo!”, è stato il commento entusiasta di più di un partecipante.  Ecco, questo era il vero obiettivo, far scoprire il mondo oltre il buio.

 

 

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