Commissione Catasto Cavità Naturali
Il Catasto Nazionale delle Grotte d’Italia
Il Catasto Nazionale delle Grotte d’Italia nasce nel 1928 assieme all’Istituto Italiano di Speleologia a Postumia. Esso concentra le informazioni raccolte fin dalla loro fondazione dai primi gruppi grotte, alla fine del XIX secolo. Dopo le devastazioni seguite alla II Guerra Mondiale il Catasto Nazionale delle Grotte d’Italia viene rifondato presso l’Istituto Italiano di Speleologia di Castellana-Grotte (BA). Nel corso di due Congressi nazionali di Speleologia, quello tenutosi in Sardegna nel 1955 e quello tenuto a Como nel 1957, ne viene stabilita la struttura e se ne affida la gestione alla Società Speleologica Italiana.
Negli anni ’70 il Catasto riceve una strutturazione decentrata su base regionale, che viene riconosciuta ed ufficializzata da specifiche leggi in diverse regioni d’Italia. In ciascuna regione amministrativa la Federazione Regionale di Speleologia o, in assenza, l’assemblea dei gruppi grotte della regione, nomina il Curatore del Catasto regionale. L’assemblea dei Curatori regionali costituisce la Commissione Nazionale Catasto delle Grotte d’Italia, organo decisionale, facente parte della struttura operativa della Società Speleologica Italiana.
Al Consiglio della Società Speleologica Italiana spetta la nomina del Responsabile Nazionale. Il Catasto delle Grotte d’Italia conserva e mantiene aggiornati i dati di posizione, i dati metrici e i rilievi grafici delle cavità naturali presenti sul territorio nazionale.
Viene inoltre mantenuto uno speciale Catasto delle Aree Carsiche, comprendente la delimitazione cartografica delle singole aree, informazioni sulle strutture geologiche e sulla tipologia di carsismo presente nell’area, oltre alle importantissime informazioni relative alle sorgenti idriche collegate e alla loro vulnerabilità.
Sono attualmente registrate a Catasto in Italia oltre 30.000 cavità naturali, un terzo delle quali concentrate nelle regioni del nord-est.
Ciò è dovuto sia alla presenza di numerose aree a carsismo ben sviluppato, sia ad un’intensa attività speleologica più che secolare. Il centro-sud non è meno ricco di massicci carsici, ma ha avuto una storia speleologica più recente. Nuove scoperte di rilevanza mondiale si susseguono ogni anno in tutte le zone carsificate d’Italia.
Oltre a quello delle cavità naturali, che opera a livello regionale, sono attivi altri catasti o censimenti particolari. Fra le varie iniziative attivate o in cantiere vanno citati il Censimento delle cavità con rischi ambientali e il Catasto delle Aree Carsiche; entrambi, evidentemente, svolgono un ruolo fondamentale ai fini del corretto utilizzo del territorio e la sua salvaguardia. Con il medesimo obiettivo, nel 2001 è stata sottoscritta una convenzione fra la Società Speleologica Italiana, tramite la Commissione Catasto, e il Servizio Geologico d’Italia per la realizzazione di un Censimento dei Geosisti Ipogei.
A partire dal 2003 è stato infine attivato un Gruppo di lavoro che ha come obiettivo il Censimento delle Sorgenti carsiche italiane, un altro ambizioso programma relativo al territorio e che è la logica conseguenza dell’attenzione che la Speleologia nazionale ha, da sempre, sul patrimonio “Acqua”.
In questi ultimi anni è stato completato l’allestimento di un programma per la gestione informatica e l’unificazione dei Catasti regionali.
Questo strumento, una volta completato l’inserimento dei dati da parte dei vari responsabili locali, potrà permettere un uso omogeneo dei dati raccolti dagli speleologi nelle varie realtà del nostro Paese e di attivare censimenti tematici, rendendo così il Catasto delle Grotte non solo un mero elenco di nomi e numeri, ma un patrimonio di dati a disposizione della collettività.
Nella sezione seguente è possibile scaricare le vecchie Scheda di Catasto uniformate SSI che venivano compilate e allegate al rilievo quando si inviavano i dati al catasto nazionale e le linee guida relative
Scheda prima parte – Scheda seconda parte
Per informazioni
catasto.grotte@socissi.it