“Ringrazio la speleologia italiana che si prende cura del buio e di tutto ciò che non ha ancora forma.” Così Michelangelo Frammartino ha commentato il ‘Premio Speciale della Giuria‘ del Festival del Cinema di Venezia assegnato al suo film “Il Buco”. La Società Speleologica Italiana è orgogliosa di aver patrocinato e supportato sin dall’inizio questo importante progetto, che finalmente ha portato su un palco così prestigioso la vera natura della speleologia, perché è esattamente questo che gli speleologi tentano di fare: prendersi cura del buio.
“Siamo felici di questo meritatissimo riconoscimento, perché Michelangelo Frammartino non è solo un ottimo regista ma ha saputo raccontare la gratuità, l’intimità e la purezza dell’esplorazione speleologica con gli occhi di uno speleologo, essendo diventato egli stesso speleologo – ha dichiarato Sergio Orsini, Presidente della SSI – I nostri più sinceri complimenti al regista e agli operatori che durante le riprese sono stati diligenti anche nel rispetto dell’ ambiente grotta, che essendo delicato e prezioso costringe ad accortezze particolari e se vogliamo inusuali per il mondo ‘sopra’. Ci auguriamo che questo film aiuti un pubblico più ampio a capire non solo ciò che facciamo noi, ma soprattutto l’importanza di scoprire e tutelare le bellezze del mondo sotterraneo, che è intimamente connesso al mondo in superficie”.
E proprio per il rigore con cui descrive la grandiosa bellezza della natura e la capacità di rendere poeticamente il senso del tempo, il “Buco “ ha ricevuto anche il ”Green Drop Award 2021“ di Green Cross Italia.
“Ciascun film è faticoso, ma questo film aveva una sfida fisica: a volte avevamo bisogno di dieci ore per scendere. E’ un film concepito prima di questi due anni così complicati: un certo lavoro di sottrazione, anche della parola, io provo a condurlo da un po’ di tempo, il mio è un cinema di esplorazione. Spero possa essere un’esperienza immersiva quando uscirà nelle sale”, ha spiegato il regista, il cui lavoro è stato premiato dalla Giuria e dalla critica, proprio per il coraggio e l’originalità con cui ha saputo portare sul grande schermo un tema così fuori dagli schemi. La giurata Chloé Zhao ha commentato così il film: “Il buco ci ha commosso tutti tanto, ci ha impressionato. Un’esperienza da fare nei cinema, una splendida meditazione sulla vita, sul rapporto natura e mortalità. Ho perso di recente mia nonna e guardare questo film è stata un’esperienza trascendente. È stata una reazione fisica quella a questo film, ciascuno di noi ha provato delle sensazioni nelle viscere guardandolo”.
Per Paolo Del Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema: “Il buco di Michelangelo Frammartino mostra immagini mai viste, racconta qualcosa di altro, di lontano da tutto. Un’opera che si spinge oltre i limiti geografici e della luce, trasportandoci dentro l’esperienza estrema di questa avventura accaduta più di 60 anni fa. Le nostre congratulazioni al regista per il coraggio che dimostra nello sperimentare un cinema puro ed essenziale che riesce a conquistare l’attenzione e la visibilità internazionale. Rai Cinema è con lui sin dal suo esordio, certa dell’importanza di sostenere e rafforzare una delle nostre linee editoriali principali rivolte alla contemporaneità e alla ricerca”.
Per le riprese di questo film, è stato inoltre assegnato a Luca Massa il premio “Pellicola d’Oro” come miglior operatore cinematografico.
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