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Gutta cavat lapidem – Mostra multimediale e inclusiva a Bologna

Bologna 18 settembre 2021 – 9 gennaio 2022

La Società Speleologica Italiana organizza la mostra inclusiva e multimediale che si terrà a Bologna presso la collezione di Geologia “Museo Giovanni Capellini” v. Zamboni 63.

https://sma.unibo.it/it/agenda/gutta-cavat-lapidem-mostra

Mostra realizzata daSocietà Speleologica ItalianaCollezione di Geologia “Museo Giovanni Capellini” – Sistema Museale di Ateneo, Istituto dei Ciechi Francesco Cavazza.

In collaborazione con: La Carovana, Gruppo Speleologico Bolognese – Unione Speleologica Bolognese, Associazione Parco Museale della Val di Zena

Con il contributo di: Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, Archivio Cartografico della Regione Emilia-Romagna, Regione Emilia-Romagna Servizio Statistica e Sistemi Informativi Geografici, Federazione Speleologica Regionale dell’Emilia-Romagna

Con il patrocinio di: Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali – Università di Bologna, Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità Emilia Orientale

 

Il detto latino gutta cavat lapidem, la goccia scava la pietra, è metafora delle virtù della tenacia e della pazienza. La saggezza degli antichi non poteva però spingersi fino a immaginare che nella realtà odierna le stesse parole, e lo stesso concetto, si sarebbero adattate a descrivere in modo efficace l’essenza stessa di un’attività moderna e multidisciplinare come la speleologia. Infatti, come le gocce d’acqua sono in grado nel tempo di creare in profondità vuoti dalle dimensioni inimmaginabili, allo stesso modo gli speleologi, grazie alle loro pazienti ricerche, portano lentamente alla luce la conoscenza del paesaggio sotterraneo modellato dalle acque.

La mostra Gutta Cavat Lapidem qui presentata è un viaggio alla scoperta delle grotte e della speleologia che rivolge un’attenzione particolare ai fenomeni carsici dei Gessi bolognesi e a quelli della regione Emilia-Romagna, candidati a sito del World Heritage dell’UNESCO.

Al percorso espositivo, corredato di pannelli con testi e immagini, si affiancano installazioni multisensoriali che facilitano l’accesso a ogni tipo di pubblico. L’obiettivo è fare comprendere attraverso un’esperienza coinvolgente lo sguardo dello speleologo che osserva, indaga e attraversa gli spazi scavati dalle acque.

Svolta in occasione dei 150 anni dalla scoperta della grotta del Farneto, avvenuta nel 1871, la mostra è stata ideata nell’ambito delle attività della Biblioteca “Franco Anelli” della Società Speleologica Italiana, con lo scopo di offrire un contributo alla formazione di una società informata e, più in generale, concorrere ai programmi proposti dall’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.

L’Agenda 2030 è il “programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità”, sottoscritta dai governi dei 193 Paesi membri delle Nazioni Unite e approvata dall’Assemblea Generale dell’ONU il 15 settembre del 2015. I 17 obiettivi dell’Agenda, associati a specifici traguardi da raggiungere a livello globale entro il 2030, “sono interconnessi e indivisibili e bilanciano le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile: la dimensione economica, sociale ed ambientale”.

In questa prospettiva, anche le organizzazioni speleologiche offrono il loro supporto attraverso iniziative pubbliche, come la mostra qui proposta, nell’ambito dell’Obiettivo 4 dell’Agenda e cioè: “Assicurare un’istruzione di qualità, equa ed inclusiva,e promuovere opportunità di apprendimento permanente per tutti” con collegamenti informativi rispetto agli obiettivi 6 (gestione sostenibile dell’acqua), 11 (città e comunità sostenibili), 13 (cambiamenti climatici), 15 (biodiversità) e 17 (attività di partenariato).

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