Scopo del progetto, varato dai ricercatori indipendenti Mario Mainetti ed Erica Besana, successivamente condiviso con la Commissione Nazionale Cavità Artificiali, è definire l’entità di un fenomeno che interessa diverse nazioni nel mondo e tutti i paesi dell’area mediterranea.
L’abitare in sotterranei ha caratterizzato, e in parte caratterizza tuttora, intere regioni del sud Italia e della Tunisia, Libia, Turchia, Francia e Spagna. Oggi l’architettura scavata si trova al centro dell’attenzione grazie agli studi intrapresi fin dagli anni ’60 ed al rinnovato interesse per le strutture ecocompatibili. Numerosi sono gli esempi di architetture trogloditiche riconosciute come patrimonio culturale e ormai parte integrante della nostra conoscenza: gli insediamenti di Matera e della Cappadocia, Petra, le abitazioni di Matmatah e Guadix.
Tuttavia un tessuto di centri minori (luoghi di culto, sistemi di difesa, ecc.) rimane nascosto e corre il rischio di essere per sempre perduto. L’idea di stilare un elenco dal quale si evidenzi la reale estensione dell’abitare ipogeo, nasce dall’assenza di un approccio quantitativo al tema dell’architettura trogloditica e dalla volontà di fornire una base per chi si occupa, a tutti i livelli e con approccio diverso per ogni disciplina, di cavità artificiali. Ma soprattutto il censimento si pone come strumento finalizzato ad una tutela diffusa dei territori interessati. Riconoscendo all’architettura ipogea il ruolo che ha avuto nella nostra storia, possiamo provare a capire se, e come, essa possa far parte integrante anche del nostro futuro.
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Michele Betti <artificialiATsocissi.it> (sostituire AT con @)