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Nasce la Scuola Nazionale di Speleologia in Cavità Artificiali (SNSCA) della SSI

  

Scuola Nazionale di Speleologia in Cavità Artificiali (SNSCA) della SSI: un decisivo passo verso nuove competenze e una qualificata frequentazioni degli ipogei creati dall’uomo.

Partiamo da una premessa. Il termine speleologia definisce un “discorso riguardo le caverne”, ma già parole come grotta e cripta fanno riferimento a radici comuni, al ciò che è nascosto. Il territorio italiano, per sua conformità e storia, presenta una varietà estesa di cavità artificiali, di opere antropiche legate alla captazione e all’adduzione idrica, alla conservazione di neve e ghiaccio, all’estrazione mineraria o di pietre da taglio, al culto, all’architettura militare, alla sepoltura. Abbiamo acquedotti millenarii, reti di deflusso delle acque sotterranee, neviere, miniere dismesse,  antiche chiese ipogee e rupestri, passaggi sotterranei, ossari.

E’ una lista giusto abbozzata, ma che può rendere l’idea di un mondo nascosto che rappresenta  un prezioso territorio da esplorare, documentare e divulgare.  Questi luoghi sono bui, umidi, talvolta angusti, presentano verticali da superare. Richiedono, insomma, l’abito mentale e le tecniche proprie della speleologia. Oltre alle discipline che afferiscono alla speleologia in cavità naturali, si richiedono conoscenze storiche, archeologiche, di ingegneria mineraria. Occorre particolare attenzione alle criticità dell’ambiente, al decadimento dei materiali di sostegno e passaggio, non di rado serve valutare attentamente la qualità dell’aria. Poi, e può sembrare superfluo, bisogna avere chiare le responsabilità che ci si assume nel frequentare ambienti spesso sottoposti a tutele, vicoli o soggetti a divieti.  La premessa è stata lunga, ma necessaria perché definisce la complessità dell’operare nella ricerca in cavità artificiali e la conseguente necessità di creare una struttura, la SNSCA, in grado di preparare e programmare formazione, coordinare attività di ricerca e riesplorazione, proporre editoria divulgativa e creare sensibilità tra chi vive e amministra territori interessati dalla presenza di cavità artificiali. Dal 1981, la Società Speleologica Italiana ha una propria Commissione Nazionale Cavità Artificiali, dove il trasferimento di competenze è stato costante nel tempo, dove si sono create anche precise specializzazioni nelle ricerche in ambienti particolari (v. miniere). Ora, questo patrimonio è pronto per essere messo a disposizione, innanzitutto per creare Istruttori di Tecnica e Speleologia in Cavità artificiali. Queste saranno figure centrali. Parliamo di Istruttori di Tecnica che, attraverso un percorso qualificato e selettivo, potranno autorevolmente guidare nell’apprendimento della progressione  e nella ricerca in cavità antropiche confinate. Tutto questo è assolutamente coerente con lo Statuto e le finalità di SSI che punta a una frequentazione rispettosa e sicura degli ipogei. L’obbiettivo di questa nuova struttura della Società Speleologica Italiana è offrire l’opportunità di una più attenta frequentazione delle cavità artificiali, rispettosa degli ambienti raggiunti e capace di creare passione attraverso una lettura non banale e approssimativa dei luoghi attraversati. SSI è certa che la Scuola Nazionale di Speleologia in Cavità Artificiali sarà un potente strumento per l’evoluzione delle tecniche di progressione, per la conoscenza e la condivisione di dati riguardanti ambienti straordinari, ma che richiedono consapevole attenzione e preparazione.

https://www.speleo.it/site/index.php/cavita-artificiali/scuola-nazionale-di-speleologia-in-cavita-artificiali-2

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