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SPELEOLOGIA SCUOLA DI VITA. La SSI finanzia nelle Marche un corso per ragazzi “messi alla prova” dal Tribunale dei Minori

Dal 7 aprile al 26 maggio 2019 la Scuola di Speleologia Montelago ha curato, in collaborazione con il Tribunale dei Minori di Ancona, la realizzazione di un corso di speleologia di primo livello del tutto “speciale”, per il Gruppo Speleologico Marchigiano, che ha scelto questa attività per celebrare i 70 anni dalla sua fondazione.

Ciò che ha reso così particolare questo corso sono stati innanzitutto i destinatari: 6 ragazzi minorenni che, in seguito a procedimento penale per alcuni reati, sono stati sottoposti dal Tribunale dei Minori a provvedimento di “messa alla prova”, per dare loro la possibilità, attraverso varie attività sportive e culturali, di correggere i propri errori e ricominciare. E quale migliore attività della speleologia per rieducare e dare una seconda chance? E’ per questo che la SSI si è offerta di coprire per intero le quote di iscrizione dei partecipanti al corso. Di seguito il resoconto di Sara Camilletti, Istruttrice della Scuola di Speleologia Montelago e direttrice del Corso.

Alcuni ragazzi avevano già terminato il percorso di recupero, ma hanno voluto comunque partecipare al corso, incuriositi da un’escursione turistica alle grotte di Frasassi e dai racconti di alcuni speleologi tra i quali i fratelli Bolognini, scopritori del complesso e membri del GSM. Vista la delicatezza del caso e l’età particolare, abbiamo dato un taglio estremamente pratico a tutta la programmazione.  È stato fondamentale approcciare alla geologia e al carsismo direttamente sul campo, rendendo gli argomenti più elastici e su misura per i ragazzi, allo scopo di non perdere la loro attenzione, ma sempre nel rispetto del Regolamento SSI per i corsi. Genga e le sue grotte hanno rappresentato uno scenario perfetto per loro. 6 gli allievi, 5 quelli che hanno terminato il corso, 3 coloro che desiderano continuare l’attività speleologica. Solo per questo aspetto mi sento di dire che abbiamo vinto, anzi, la speleologia ha vinto! E credetemi, lo dico con una certa emozione in gola. Come direttore del Corso che dire? È andato tutto bene, alla fine, anche se la preoccupazione c’era. Infatti è facile realizzare un corso con persone che sicuramente hanno scelto di essere lì perché si sono avvicinate alla speleologia per caso o per conoscenze e ne sono rimaste affascinate. Non lo è altrettanto entusiasmare dei ragazzi così giovani, senza avere la certezza che lo abbiano scelto volontariamente.

C’è voluto il triplo di entusiasmo, il triplo di pazienza, il triplo di impegno e una buona capacità di gestione dei ragazzi, dal trasporto in auto, effettuato da noi istruttori, fino all’ aiuto su corda o in passaggi particolari. Per questioni di privacy non eravamo al corrente dei reati commessi nè conoscevamo le particolari situazioni famigliari. È stato fondamentale, da parte di noi istruttori, sospendere il giudizio sui nostri allievi e offrire loro il meglio di noi stessi e delle nostre competenze, sia durante le lezioni teoriche che in quelle pratiche. Sono certa che l’ impegno preso possa arricchire e motivare anche le esperienze di altre scuole nazionali che vivono e lavorano sotto le ali di SSI.

Abbiamo imparato, tutti, che la speleologia può essere una giusta via da seguire. Chiunque può cadere, in grotta come nella vita, l’importante è riuscire a rialzarsi. E se accanto a noi qualcuno ci allunga una mano o ci sorregge un piede, anche noi, all’occorrenza, sapremo ricambiare.

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